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Trento, 2 settembre 2020
METTIAMO IN ATTO AZIONI SCIENTIFICAMENTE FONDATE
PER CONSENTIRE LA CONVIVENZA UOMO-ORSO IN TRENTINO

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla Cons. Lucia Coppola

L’ordinanza del presidente della Provincia di Trento del 27 agosto 2020 detta interventi in merito alla rimozione di orsi pericolosi per l’incolumità e la sicurezza pubblica.

Nello specifico ordina al Servizio Foreste e Fauna, tramite il personale del Corpo forestale trentino, di procedere alla cattura degli esemplari di orso bruno dei quali venisse accertata la presenza nell’ambito dei centri abitati di Andalo, di Dimaro Folgarida o in quelli ad essi contermini, per la traslocazione e captivazione permanente presso il recinto di Casteller.

Recentemente ho fatto visita con la terza commissione del Consiglio provinciale all’area faunistica del Casteller, che ha ospitato M49 prima delle sue fughe e dove attualmente vivono l’orsa DJ3 (da 11 anni) e da pochi giorni M57, catturato ad Andalo. Ribadisco in questa sede l’assoluta inadeguatezza della struttura ad ospitare plantigradi, animali selvatici e specie protette che necessitano di grandi spazi ed areali da percorrere, di boschi, corsi d’acqua e montagne dove poter dare libero sfogo alla loro natura. Per percorrere il perimetro della zona ho impiegato 10 minuti.

M49 è stato rinchiuso per tre mesi in una gabbia con sbarre possenti al fine di avviarlo, così ci è stato riferito, ad un percorso di acclimatamento e pre-ambientamento che, non si sa bene come, secondo gli esperti avrebbe dovuto ammansire l’orso ed abituarlo gradualmente alla perdita della libertà. Penso che ogni commento sia superfluo.

Nessuno poteva immaginare e chi sapeva non lo ha certo rivelato, che a M49 era stato riservato un trattamento così restrittivo tale da essere definito, senza timore di essere eccessivi, un vero e proprio maltrattamento.

Il presidente della Provincia ha annunciato che l’area del Casteller nel frattempo verrà riorganizzata, con un potenziamento delle barriere esterne e un ulteriore rafforzamento del recinto in vista della collocazione degli orsi cosiddetti confidenti.

La Provincia si ostina a far finta di non sapere che ci sono modalità riconosciute per tenere lontani gli orsi dai centri abitati. Sarebbe opportuno dotare i paesi montani e le zone di ristoro di cassonetti anti orso, come fanno in tutti i posti del mondo dove convivono con l’orso. E’ noto inoltre che in alcuni paesi gli abitanti lasciano residui di cibo per animali domestici nei giardini o nelle aie; anche queste abitudini inducono gli orsi ad avvicinarsi ai centri abitati per ricercare cibo e diventano così “confidenti”.

Non si è mai neppure provveduto a creare corridoi faunistici tra le valli del Trentino e le regioni montane limitrofe, in modo da permettere agli animali di spostarsi senza essere costretti a vivere, come ora, in un contesto più ristretto e abbassando così notevolmente il rischio di incontro uomo-orso.

Si rinuncia a elaborare un piano specifico di convivenza, coinvolgendo esperti provenienti anche da altre parti del mondo dove gestiscono bene la convivenza tra orso e uomo, puntando direttamente alla traslocazione e captivazione permanente.

Tutto ciò premesso

interrogo il presidente della Provincia di Trento per sapere:

1. in base a quale criterio l'attraversamento di una strada da parte degli orsi viene considerato come indice di pericolosità, tenuto conto che i plantigradi hanno notevoli margini di spostamento anche nell'arco di una sola giornata e che tali attraversamenti sono dovuti anche alla totale assenza di adeguati corridoi faunistici, peraltro previsti in relazione al reinserimento nelle Alpi di questa specie e mai attuati;

2. a quali norme di legge ci si è attenuti quando si sono decise le attuali dimensioni della famigerata gabbia del Casteller, nella quale M49 è rimasto rinchiuso per tre mesi (tutto il tempo della sua detenzione prima della seconda fuga) e che potrebbe ora essere riutilizzata e magari duplicata in seguito all'ordinanza del 27 agosto 2020 che prevede la captivazione permanente per orsi considerati confidenti;

3. se si è consapevoli del fatto che in nessun caso devono sussistere condizioni che si prefigurino come maltrattamento agli animali o che pregiudichino la condizione di relativo benessere dell’orso, seppure in regime di prigionia (la legge Svizzera prevede, ad esempio, che a un cervide debba essere riservato uno spazio non inferiori ai due ettari);

4. se si ritiene, posto che il radiocollare di M49 è stato rinvenuto inspiegabilmente intatto, che non è stato disattivato alla fonte e che non risultano nelle ultime settimane razzie a danno di bestiame ad esso imputabili (M49 è improvvisamente diventato solo vegetariano?), per le quali ricordo era stata ordinata ulteriore cattura, che sia ancora tra noi o che, nell'ipotesi infausta di un atto di bracconaggio, sia passato a miglior vita.

 

      Lucia Coppola

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